Alcuni flauti bansuri, manifattura di Igor Orifici - per conoscere di più sulla costruzione e per acquisti consultare anche il sito di Lorenzo Squillari www.flautobansuri.it
l bansuri (bāṁsurī), è il flauto traverso di bambù tradizionale dell’India del nord, dalla tipica sonorità calda e morbida. Venu, vaṁśī o baṁśī (pronuncia bansci) sono altri suoi nomi antichi, tuttora in uso nelle lingue indiane. Io prediligo il bengalese baṁśī. Può avere diverse dimensioni e tonalità, distinguendosi per la ricchezza di armonici, offrendo un suono fluido, morbido, caldo e profondo, ma anche brillante e cristallino. Il bānsurī ha sei fori per le dita e uno per l’imboccatura e raggiunge un’estensione di due ottave e mezza. Il contatto diretto delle dita con i fori rende possibile l’uso di peculiari ornamenti, microtoni e glissandi, tanto importanti nella musica indiana.
l bansuri (bāṁsurī), è il flauto traverso di bambù tradizionale dell’India del nord, dalla tipica sonorità calda e morbida. Venu, vaṁśī o baṁśī (pronuncia bansci) sono altri suoi nomi antichi, tuttora in uso nelle lingue indiane. Io prediligo il bengalese baṁśī. Può avere diverse dimensioni e tonalità, distinguendosi per la ricchezza di armonici, offrendo un suono fluido, morbido, caldo e profondo, ma anche brillante e cristallino. Il bānsurī ha sei fori per le dita e uno per l’imboccatura e raggiunge un’estensione di due ottave e mezza. Il contatto diretto delle dita con i fori rende possibile l’uso di peculiari ornamenti, microtoni e glissandi, tanto importanti nella musica indiana.
Il suono del bānsurī è frutto dell’arte di plasmare organicamente il soffio per dare corpo e forma ai rāga, ciò che delizia tingendo di colore la mente degli ascoltatori, ovvero le innumerevoli forme melodiche indiane.
Il flauto occupa un posto d'onore nella poesia, nella filosofia e nelle arti figurative dell’India, ma appare sulla ribalta della musica classica indiana contemporanea soltanto dalla metà del secolo scorso, con l’adattamento del flauto popolare a dimensioni più grandi. Questa implementazione permette di eseguire il repertorio della musica d’arte nei generi Dhrupad e Khayal, evolutisi tra i templi e le corti del Medioevo.
Nella estetica della musica indiana il flauto di bambù è stato sempre associato al canto.
Nella estetica della musica indiana il flauto di bambù è stato sempre associato al canto.
Antichi trattati descrivono il flauto di bambù dettagliatamente, insieme allo strumento a corde e ai tamburi, quale fondamento della musica sacra d’insieme e per l’accompagnamento del canto. Come abbiamo detto questo ruolo del vamshi, o bansuri, è testimoniato da numerose fonti iconografiche (in foto musici che accompagnano la danza in un bassorilievo del tempio buddhista di Borobudur, Giava, VIII sec. Foto di Sergio Fiucci) e letterarie.
Perciò va sottolineato che prima del Novecento il bansuri nn era solo uno strumento usato nella pastorizia, bensì uno dei più antichi e 'colti' della tradizione sacra indiana (marga samgita). Nell'antichità il Natyashastra, testo fondamentale delle arti sceniche, descrive struttura e qualità del flauto vaṁśa fornendo importanti riferimenti per tutta la tradizione futura; si ritiene che anche il sistema musicale del saggio Narada Muni fosse basato sul flauto, ivi chiamato tandhara, termine che implica le sue funzioni di sostegno nella musica di insieme. In epoca medievale troviamo menzione particolare del flauto ad opera di sommi filosofi e musicologi quali Matanga Muni (Brihaddeshi VII - VIII sec.) e Sarngadeva (Samgitaratnakara XIII sec.). Nonostante la successiva eclissi nella musica di corte, grazie alla musica popolare l’uso del flauto di canna è rimasto vivo fino ai giorni nostri, assumendo rinnovata importanza nella musica classica del XX secolo, e conoscendo una diffusione sempre maggiore nel XXI.